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La Corte di Vitriola nel Medioevo

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Figura 1 – Ingresso della borgata di Ca’ de Borlenghi a Vitriola.

 

La corte di Vitriola costituiva la parte bassa delle Terre della Badia; ed era posta in Vai Dragone, in VaI Dolo e per poca parte anche in Vai di Secchia. Il nucleo della corte di Vitriola era in Vitriola, nella località detta anche oggi Corte; ed ivi sorgeva il castello di Vitriola, colla sua chiesa di S. Andrea Apostolo.

Il castello di Vitriola era di non grande importanza come opera difensiva, perché situato in luogo pianeggiante; ma era abbastanza ampio, e serviva specialmente per custodirvi i prodotti agricoli, raccolti nelle terre dipendenti dalla corte, e per residenza del gastaldo. Consisteva di tre alte torri quadrangolari, elevate alla distanza di circa venti metri l’una dall’ altra, disposte a triangolo, congiunte ed in parte attorniate da altri edifici: il tutto recinto da muro, con ingresso da levante [1].

La chiesa di S. Andrea Apostolo di Vitriola, che sorgeva più in basso ed a levante del castello, sussiste ancora; ed è la stessa innalzata probabilmente dalla medesima margravia Beatrice poco prima del 1071, quantunque in gran parte rifatta, ampliata e restaurata. Era in origine ad una sola navata, col soffitto in legno, col coro angusto, ed esternamente tutta rivestita di blocchi di arenaria, squadrati e lavorati a scalpello. Aveva le dimensioni interne di braccia diciotto circa di larghezza, e di braccia quarantaquattro circa di lunghezza [2].

 

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Figura 2 – La torre medievale di Ca’ de Borlenghi

 

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Figura 4 – La corte interna di Ca’ de Borlenghi quando ancora c’era la tettoia che univa il complesso della torre a quello delle stalle.

Fotografia tratta da Insediamento storico e beni culturali alta Valle del Secchia. Fotografia di inizi ‘900.

 

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Figura 5 – Visibili in questa fotografia di inizi ‘900 anche le modifiche al tetto con scomparsa della colombaia e di alcune bifore laterali. Permane la sola bifora nella parete sud. Fotografia tratta da Insediamento storico e beni culturali alta Valle del Secchia.

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Figure 6 e 7 – Visione suggestiva del retro della borgata in un giorno di nebbia di fine ottobre.

Dal retro della borgata la posizione domina la Valle e si possono vedere Palagrano e Costrignano.

 

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Figura 8 – Ca’ de Borlenghi in inverno, durante il disgelo da una grossa nevicata nel 2010!

 

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Figura 10 – Fotografia del retro di Ca’ de Borlenghi.

 

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Figura 11 – Il gazebo in legno costruito nel cortile sul retro di Ca’ de Borlenghi.

 

Tra il castello e la chiesa di Vitriola stendevasi un prato, detto Pra’ Dònico o Prato della Chiesa, ora appartenente al benefizio parrocchiale. In mezzo a questo prato zampillava una fresca e perenne sorgente detta Fontana Dònica, che tuttora resta. La corte di Vitriola si componeva allora di un nucleo coltivato entro un discreto raggio attorno al castello; ma che si estendeva specialmente nella zona inferiore alla chiesa. La pendice tra il castello di Vitriola ed il soprastante monte di Montefiorino era coperta di fitte boscaglie. Lo stesso monte di Montefiorino era medesimamente ricoperto di un folto bosco; e, su di esso, nessun castello nè altra abitazione esisteva nel 1071 [3].


La giurisdizione della corte di Vitriola si estendeva sulle ville di Vitriola, Cerredolo, Cisana, Massa, Cornilio, Mogno, Montestefano, Rubbiano, Gusciola, Farneta, Costrignano, Susano, Savoniero. Fra le corti dell’ Abbadia, quella di Vitriola era la più popolata e la più redditizia. Godendo di un clima più mite, vi si coltivava abbondantemente anche la vite; ed i suoi boschi erano in massima parte di querce e di castagni. […]

Vitriola è ricordata in una pergamena dell’Archivio Capitolare di Modena del 4 marzo 1054. In tal giorno, con atto del notaio Tamfredo rogato in Modena, Guiberto vescovo di Modena concesse a titolo di livello a Fredolfo figlio di altro Fredolfo da Vitriola, uomo libero, un terreno posto in Vitriola in località denominata Carfagna [4], della superficie di dieci iugeri, misurati colla pertica legittima di dodici piedi; di qualità arabile, prativa, incolta, boschiva; per ventinove anni, col canone annuo di sei denari d’ argento pavesi, da pagarsi nel marzo a Modena. Vien dichiarato che il terreno è di ragione del vescovado di Modena; e che era già stato concesso in livello al fu Girardo, avolo del predetto Fredolfo. Testimoni all’ atto sono Roberto, Giovanni, Rozzone, Ingezzone ed Andrea. […]
Successivamente, il detto corpo di terra denominato Carfagna o Carfagno, vien diviso per metà: restano ai figli del nominato Fredolfo cinque iugeri dalla parte di mezzodì, e gli altri cinque iugeri dalla parte di settentrione ritornano al vescovado di Modena, il quale ne investe Ugo da Vitriola.

Infatti, con atto del notaio Ugo del mese di giugno 1103, Dodone vescovo di Modena concede a titolo di livello e di precaria ad Ugo figlio del fu Guido da Vitriola, sino alla terza generazione, la metà di una pezza di terra lavorativa e boschiva di ragione del vescovado di S. Geminiano di Modena, situata in località denominata Carfagno; estesa questa metà cinque iugeri, confinata a mattina dalla terra dominica del monastero [5], a mezzodì dai figli del fu Fredolfo [6], a ponente dalla via, a settentrione dalla Serra del Monte [7]; per il canone annuo di tre denari pavesi, da pagarsi ogni anno nel mese di marzo.
L’ atto è redatto nella Pieve di Polinago, e porta la sottoscrizione autografa del vescovo Dodone. Testimoni sono Rainero da Rancidoro, Bellincione figlio del fu Rozzone e Girardo de Corvo/o.

N.B.

La borgata è privata.

Fonti

  • Bucciardi, Guido. Montefiorino e le terre della Badia di Frassinoro. Stab. tipo-lit. Paolo Foschi e C., 1985.
  • AA.VV. Insediamento storico e beni culturali alta Valle del Secchia. Modena: Cooptip - Modena, 1981.

Note

[1] Il castello di Vitriola ancor sussisteva nel 1320. — Nel 1442 non si fa più menzione del castello, certamente già crollato, ma solo delle torri. — In seguito anche le torri o crollarono o furono demolite. — Sul principio del secolo scorso, i residui delle tre torri erano lotti a circa cinque metri d’altezza; ma conservavano la volta in sasso, che divideva il piano terreno dal primo piano. — Il troncone della torre di mezzodì fu poi, verso l’anno 1860, utilizzato dal fu dottor Pacifico Vandelli per innalzarvi sopra una casa. — I tronconi delle altre due torri, in peggiori condizioni statiche, furono interamente demoliti durante il secolo passato.

[2] Nel 1841 il prevosto Don Giuseppe Carani ampliò, restaurò ed in parte rifece la chiesa, conservando però la facciata principale e parte delle due facciate laterali nello stato originale. Presso la chiesa esisteva, dal lato sud, una torre quadrangolare, alta cinque piani, con un solo ordine di finestroni all’ ultimo piano, e negli altri piani munita di feritoie. Si accedeva ad essa dall’ interno della chiesa. Serviva di campanile e anticamente anche per abitazione del monaco rettore della chiesa. Questa antica torre fu poi abbattuta nel febbraio 1875.

[3] Tutti gli storici e cronisti del Frignano, vissuti lontano dalle Terre della Badia, forse ignorando che un castello era esistito a Vitriola, credettero che il castello di Montefiorino fosse stato quello di Vitriola, perché Montefiorino faceva parte della sua corte. Ma i castelli di Vitriola e di Montefiorino erano due cose distinte. Il castello di Montefiorino sorse molto dopo, quando il castello di Vitriola stava scomparendo, in causa deIla sua imperfetta funzione difensiva. Quando poi il castello di Montefiorino, costrutto in luogo più atto alla difesa, assurse a primaria importanza, quello di Vitriola fu trascurato, e, non più mantenuto, crollò.

[4] Esiste tuttora questa località e trovasi in prossimità dell’odierno villaggio di Casa Volpe.

[5] La terra dònica del monastero di Frassinoro, dipendente dalla corte di Vitriola.

[6] I figli di quel Fredolfo di cui è parola nel documento sopra citato del 1054.

[7] La serra sopra il villaggio detto al presente Ca’ del Monte in Vitriola.

1 Commentarium:

La corte di Vitriola è nota in epoca medievale per la presenza di un castello di piccole-grandi dimensioni usato però come magazzino, con tre grandi torri quadrangolari di cui non esiste praticamente più traccia ed era situato nell'odierno centro del paesino, ma per via della posizione pianeggiante e tutt'altro che difensiva non era usato a scopi di difesa nè di offesa, e oltre alle derrate alimentari della zona circostante ospitava anche la residenza di un gastaldo (amministratore locale, funzionario amministrativo) di cui però si ignora il nome, probabilmente delegato del vescovo di Modena. molti confondono il castello di Vitriola con quello di Montefiorino, ma si tratta di cose distinte e anzi, ai tempi di Matilde il castello di Montefiorino nemmeno esisteva, e il paesino faceva parte della corte di Vitriola. Quando la madre di Matilde, Beatrice, fece costruire l'abbazia di Frassinoro, Vitriola passò sotto la sua giurisdizione insieme ad altre corti della zona alla Badia di Frassinoro. La Torre di Cà de Borlenghi come Cà Bellucci e Cà Baroni faceva parte di un lotto di terra dato ad un uomo libero, tale Fredolfo di Vitriola da parte del vescovo Guiberto, predecessore di Eriberto il Traditore, che scelse di appoggiare l'impero e venne deposto. Guiberto diede a titolo di livello (un contratto agrario di affitto in uso nel medioevo) queste terre a Fredolfo e da pagare in sei monete d'argento pavesi ogni marzo a Modena. Le terre erano già state anche in passato affittate per essere lavorate per conto del vescovo ad avi di Fredolfo. dopo il tradimento di Eriberto, fino alla salita al 'trono' vescovile di Dodone si perdono le tracce della zona e non ci sono notizie. Sotto Dodone la terra viene riconosciuta con lo stesso contratto di affitto e sempre per lavorare per conto del vescovado. In epoca medievale ogni pezzo di terra aveva il suo padrone e teoricamente anche se si trattava della stessa cittadina come Vitriola era possibilissimo che appartenendo al vescovo, le terre non siano passate con la donazione a Frassinoro. il castello di Vitriola rimase fino al 1320 quando era ormai qualche muro e tante rovine e la funzione difensiva era a Montefiorino, castello iniziato sotto i Montecuccoli dopo la morte di Matilde. Purtroppo ci sono pochissime fonti sulla nostra zona poichè anche il documento originale è andato distrutto durante le devastazioni che non diversamente da altre zone colpirono Frassinoro. Non ci sono nemmeno altri documenti se non copie degli originali che si sono salvate perchè in sedi più sicure. lo stesso archivio della badia andò in fiamme. Essendo sotto il feudo di Beatrice e di conseguenza di Matilde è probabile che non usassero un nuovo blasone, piuttosto quello del padre di Beatrice o comunque simile a quello del casato dei Lorena da cui Beatrice discendeva per parte di padre. Inoltre non essendo una corte nobile ma vescovile se pur periferica è probabile che fosse identificata per le terre sotto la giurisdizione vescovile, sotto lo stemma del vescovo di modena che però cambiava continuamente e ce ne furono numerosi ma salvo i più illustri non sappiamo nulla di loro.

Vitriola non ha nè stemmi nè blasoni al momento documentati e fa attualmente parte della giurisdizione del Comune di Montefiorino.

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