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La sifilide nel Medioevo, la punizione al peccato della promiscuità
Quaestio:
Ciao, volevo chiedervi se nel Medioevo la sifilide esisteva già e se sì come veniva curata.
Grazie
da Giulia89
Risposta:
ciao Giulia.
La sifilide è una delle tante malattie a trasmissione sessuale. Prima di parlare di come venisse vissuta nel Medioevo, biaogna fare una premessa sulla storia recente e sulle caratteristiche di questa malattia.
LA MALATTIA - CARATTERISTICHE EPIDEMIOLOGICHE
E' provocata dal battere, uno Spirochete, Treponema pallidum, che si presenta al microscopio come un piccolo filamento a forma di spirale. Il contagio oltre che per via sessuale può estendersi, nella donna gravida con infezione recente, attraverso la placenta al feto che presenta in tal caso un quadro di sifilide connatale con malformazioni che possono interessare: la cute e le mucose, l'apparato scheletrico, l'occhio, il fegato, il rene ed il sistema nervoso centrale.
Questo Morbo fu scoperto solo nel 1905 da Schaudinn ma era già conosciuto nel passato per i suoi sintomi. Può essere contratto, nella forma connatale, prima ancora della nascita attraverso il sangue materno infetto o alla nascita, durante la discesa nel canale del parto. Comunque, nella maggior parte dei casi, il contagio (possibile fin dalle primissime fasi della malattia) avviene attraverso i rapporti sessuali. Per i controlli accurati che vengono effettuati prima che il sangue venga trasfuso, sono ormai rarissimi nel mondo i casi di acquisizione della malattia con le trasfusioni. Ad August von Wassermann va il merito di aver scoperto il metodo biologico per fare una diagnosi precisa sulla malattia.
L'evoluzione della malattia è contraddistinta da tre periodi:
Primario
secondario
terziario
Periodo primario
Il periodo primario della sifilide è caratterizzato dalla comparsa del sifioma e di una linfoadenite satellite. Il sifiloma si presenta come un nodulo indolente di colore rosso-scuro il quale presenta una superficie rosa con un fondo rosso vivo dal quale fuoriesce un essudato sieroso contenente i treponemi. Ha forma tondeggiante od ovalare, margini nettissimi e regolari, bordi dolcemente declinati verso il fondo. Compare nel punto di penetrazione del batterio (in genere attraverso cute o mucose lese od escoriate) tre settimane dopo il contagio. Nel maschio la localizzazione più frequente è al solco balano-prepuziale. Nella donna invece è al collo dell'utero, quindi asintomatica e spesso ignorata. In genere, il sifiloma scompare spontaneamente nel giro di 7-20 giorni. Dopo circa una settimana dalla sua comparsa si sviluppa un'adenopatia satellite locoregionale: i linfonodi aumentano di volume e di consistenza e risultano in genere non dolenti. La diagnosi sospettabile può essere confermata dalla ricerca dei treponemi nell'essudato e dalla positività della sierologia (FTA-ABS). Va differenziato dall'ulcera molle, dall'herpes simplex e dall'aftosi.
Periodo secondario
Il periodo secondario inizia circa sei settimane dopo la scomparsa della lesione primaria. È caratterizzato da un’"eruzione cutanea", dove per eruzione si intende la comparsa di piccole macchie chiamate sifilodermi, che si estendono su diverse parti del corpo. Possono essere color fior di pesco (roseola) o rosso rameico con collaretto desquamativo (sifiloderma papuloso). Anche queste manifestazioni scompaiono spontaneamente dopo qualche settimana. In più è frequente il riscontro di ragadi linguali e alopecia del terzo distale del sopracciglio. La malattia può entrare in uno stadio latente (assenza di sintomatologia) che può durare anche anni (5-20 anni), le spirochete che continuano ad albergare nell'organismo possono dare inizio allo stadio terziario della sifilide. Si considera che tale evento avvenga nel 25% dei casi non sottoposti a terapia antibiotica.
L'acne sifilitica è una manifestazione di tale periodo, caratterizzata da una localizzazione del processo luetico ai tessuti peri- e sottofollicolari.
Periodo terziario
Durante il periodo terziario, che inizia dopo la regressione della fase secondaria, la sifilide entra in una fase di latenza clinica. La sua durata può essere di qualche anno o indefinita. Al termine di questo periodo di apparente "calma", l'agente infettante si "riattiva" e può causare danni al sistema nervoso centrale, agli occhi, al sistema cardiocircolatorio, al fegato, alle ossa e alle giunture. I danni interni possono manifestarsi anche anni dopo la comparsa dei primi sintomi. A questo punto la sifilide può dirsi entrata a pieno titolo nel terzo stadio, anche se danni neurologici possono manifestarsi già nel corso del periodo secondario. Nel corso di quest'ultima fase il malato perde progressivamente la capacità di controllare i movimenti muscolari, possono verificarsi delle paralisi, confusione mentale, cecità graduale e demenza. Il danno può essere tanto serio da portare alla morte.
Reazione di Wassermann
La reazione di Wasserman verifica la presenza dell’anticorpo anticardiolipina, che si trova nei soggetti infetti dopo circa 1-3 settimane dalla manifestazione della lesione primaria. Gli esami treponemici diventano positivi entro due settimane e sono estremamente sensibili; in caso di paziente infetto, danno valori positivi per lunghissimo tempo (spesso non si negativizzano mai), anche dopo terapia efficace. La reazione di Wasserman insieme al test di Nelson (che utilizza treponemi vivi) è ormai da considerarsi obsoleta essendo stata sostituita con test automatizzabili ed a più alto valore diagnostico. La reazione si esegue con cardiolipina di bue a cui viene aggiunto il siero del paziente. Se sono presenti gli anticorpi reaginici questi si legano alla cardiolipina. Si aggiunge il complemento fresco di cavia e questo si lega. Quando si aggiunge il sistema emazie-antiemazie (eritrociti e anticorpi agglutinanti gli eritrociti) non si ha l'emolisi, in caso contrario (se il test è negativo) mancando gli anticorpi reaginici il complemento si fissa sul sistema emazie-antiemazie dando luogo a emolisi.
LA MALATTIA NELLA STORIA
Non è chiaro se la malattia provenisse dal nuovo mondo o fosse una versione più virulenta di una patologia già esistente, la prima epidemia conosciuta di sifilide sembra sia scoppiata a Napoli nel 1495, a seguito della calata del re francese Carlo VIII. Il ritorno dell'esercito francese verso nord diffuse la malattia in tutta Italia, e alla fine in tutta Europa giungendo sino in Oriente. La malattia venne quindi conosciuta in quasi tutta Europa col nome di mal francese tranne in Francia dove prese il nome di mal napolitain. Ma comunque non manca di sinonimi, fin dal suo comparire: si moltiplicano come accuse ai popoli confinanti e nemici.
Di seguito un elenco:
I trattamenti a base di solo bismuto o arsenico, impiegati fino alla seconda guerra mondiale, sono oggi stati praticamente abbandonati a causa degli effetti collaterali (persino mortali), come danni ai reni, alla mucosa della bocca ed eritemi cutanei.
LA SIFILIDE NEL MEDIOEVO - con premessa sul mondo greco e romano
Probabilmente la patologia era preesistente al 1495 dal momento che già nel Mondo greco e poi romano, esisteva la promiscuità. Esisteva come malattia probabilmente anche prima presso altre civiltà, specie quelle orientali e si può anche definire come una sorta di malattia sociale dovuta ad un vizio sociale.
A differenza della civiltà cristiana, quelle precedenti non condannavano la promisquità come peccato condannato dagli dei.
Greci e romani non erano primi ad esperienze promisque, un marito oltre alla moglie aveva sempre il suo bell'harem di concubine e sebbene le condizioni igieniche fossero ben superiori a quelle che si presentarono nel Medioevo, erano sempre tali che infezioni batteriche avevano la vita facile e si diffondevano facilmente. Nel mondo greco soprattutto, il sesso era vissuto anche sotto il profilo spirituale e rituale, ma non solo perchè si è poi visto da studi antropologici che questo fenomeno avveniva anche presso altre tribù o popolazioni tribali isolate, alcune delle quali esistono ancora nel mondo.
Sempre nel mondo greco erano frequenti i rapporti omo e bisessuali, per non parlare degli eventi come orgie e baccanali vari dove il rapporto sessuale oltre ad essere di varie tipologie era anche la base dell'evento. Orgie e rapporti sessuali erano consumati anche nelle case degli aristocratici romani, nei bordelli dove un partener valeva l'altro. I romani furono meno dediti al culto del sesso e dell'amore, impegnati com'erano nella costruzione di un impero saldo, ma poi troppo grande perchè i suoi territori non facessero gola a nemici e popoli barbarici.
Fermo restando il mondo greco, oltre a produrre la sua sfilza di filosofi e geni, dall'altra parte viveva il sesso come il solo motore del piacere assoluto, se pur in modo distorto.
L'avvento dell'Era cristiana fu la morte degli dei pagani, anche se fu una morte lenta e molto combattuta dalle popolazioni, e fu la morte di tantissime cattive tradizioni a partire proprio dal sesso. Rispetto alle epoche passate il Medioevo dei primi secoli vede applicare regole religiose ovunque, regole che fissano una rigida condotta sessuale quando non si tratta di totale astinenza. Si può dire tranquillamente che il Medioevo fu un capovolgimento della situazione precedente, ma sempre con le sue pecche scoperte dal momento che si sa che anche nel Medioevo esisteva una certa percentuale di promiscuità. Promiscui erano i nobili che cambiavano bordelli a seconda del prezzo, promiscue erano le prostitute, promiscuo qualunque individuo che cambiava continuamente partener nei rapporti sessuali. In apparenza non era sostanzialmente cambiato nulla, ma proprio qui è la sorpresa perchè nel Medioevo, a differenza delle epoche precedenti il concetto di peccato era vivo più che in passato e più che mai e questo perchè anche il sesso aveva subito la sua conversione e la Chiesa aveva fissato rigide regole in merito. Il sesso non poteva più essere visto solo e soltanto come il solo mezzo del puro piacere o del piacere assoluto, ma doveva diventare ed essere visto e vissuto come il mezzo esclusivo della procreazione. Il piacere del sesso era peccato poichè l'atto sessuale doveva essere vissuto come atto procreativo e non di piacere personale. Altresì ogni pratica sessuale, anche solitaria, era ed è tutt'oggi condannata come peccato. Bisogna riconoscere che rispetto al Medioevo la Chiesa ha avuto modo di allargare un po' le sue vedute, pur mantenendo sempre la propria linea di pensiero. Si deve altresì dire che come da un lato aveva fissato rigide regole sulla condotta sessuale dei cristiani, la Chiesa ebbe modo di violare in primis quelle regole, si cita per esempio il periodo della pornocrazia del X secolo, causata da Merozia.
link per pornocrazia a Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Pornocrazia
Ma è sempre vero che la Chiesa è umana e quindi fatta da persone che possono sbagliare, tant'è vero che molti cercarono di rimediare a quel periodaccio storico succitato con delle regole rigidissime.
Tralasciando questo e fermo restando che le regole della Chiesa restino tali, il libero arbitrio è il diritto sacro di ogni cristiano tanto che se uno si sente cristiano e crede in quelle regole le segue senza sentirsi circoscritto, come chi altresì le sente un po' come un ostacolo è libero di non seguirle, ma non violarle a discapito di altri.
Questo semplice principio vigeva anche nel Medioevo, tanto che rimase una scelta individuale quella della vita promiscua, ma non senza conseguenze.
Tanto scarse e scadenti erano le condizioni igieniche che un batterio come quello della sifilide faceva quasi concorrenza a quello della peste. Le conoscenze mediche erano ancora più scarse, specie nel senso della terapia e se consideriamo che già dopo 3 settimane dal contagio avviene la prima serie di manifestazioni fisiche, un medico medievale poteva riconoscere i segnali della malattia, ma non aveva comunque rimedi e se consideriamo i tre stadi della malattia, un malato di sifilide non arrivava nelle condizioni igieniche di allora al terzo stadio perchè moriva prima. In presenza di condizioni igieniche scarse una malattia infettiva diffonde al corpo molto velocemente.
L'ignoranza popolare, sovrana del mondo medievale faceva senz'altro posto alla superstizione per cui uno che aveva contratto detta malattia era già risaputo come promiscuo. La malattia era una punizione, un segnale che quella persona aveva avuto rapporti carnali con più partners, che aveva comesso il peccato della ricerca del piacere. Spesso si credeva che questa malattia permettesse di rivelare a priori un adulterio, ma è anche vero che bastava che uno dei due coniugi l'avesse contratta per trasmetterla all'altro. E' il paradosso storico del Medioevo quello della superstione e dell'ignoranza.
Altresì da dire, infine, che malgrado la rigida morale cristiana e dall'altra parte la libera scelta per chi non credesse fino in fondo, il popolo era bigotto con sè stesso e si autocondannava poichè la gente faceva tanto di dire di altri quando faceva con sè stessa.
Bibliografia
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