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La rinascita del diritto scritto

A partire dal XI secolo rinasce il diritto scritto, a poco a poco le diverse nazioni hanno sentito il bisogno di trasformare le leggi consuetudinarie in leggi scritte. Essendosi formate in seguito all’assoggettamento di popoli diversi sotto uno solo ed essendo quest’ultimo a far prevalere le sue leggi, l’unico modo per fare di un’aggregazione di popoli un popolo unico era dare un unico insieme di leggi scritte. Questo bisogno venne spontaneo nelle nazioni nascenti. Si prese quindi a trasformare le leggi consuetudinarie in leggi scritte. Ci fu una riscoperta del diritto antico, si riprese in mano il Corpus Iuris Civilis. Dalle fonti è emerso che nel XII secolo i giuristi medievali già stavano ristudiando il Digesto. I documenti giuridici che ci sono pervenuti sono tutti in latino a differenza d’altri documenti, di diverso genere molti dei quali erano già in lingua volgare. Questo significa che il latino ormai era diventata la lingua di dominio giuridico ed ecclesiastico. Tra i giuristi medievali si distinguevano spesso e volentieri anche degli ecclestiastici e questo arrivò ad essere per la Chiesa un problema, perché si voleva che questi si occupassero solo ed elusivamente di diritto canonico e non di altro. L’Editto di Rotari dopo la fine del regno longobardo, cadde in disuso e nella seconda età feudale, fu riadattata la raccolta giustinianea. Con la nascita dei comuni successivamente vennero introdotti anche degli statuti. Ci sono pervenuti inoltre alcuni documenti per quel che riguarda il diritto nelle altre nazioni, documenti di grande valore perché da questi sono dipese le diverse situazioni per i secoli successivi FRANCIA à lex salica usata dai Salii, venne reintrodotta da Luigi IX, questa legge proibiva alle donne di ereditare titolo e averi. Praticamente l’eredità avveniva solo tra colui che passava e il primogenito maschio della famiglia, diversamente il primo maschio della casata. Per quel che riguarda il regno di Francia, questa legge impediva solo alle donne di salir al trono. Abolita successivamente, venne reintrodotta da Filippo VI per impedire che il trono passasse al cugino, Edoardo III d’Inghilterra, nipote del famoso Filippo IV il bello. INGHILTERRA à magna charta libertatum à Giovanni Senzaterra fu “forzato” a firmarla nel 1215 dai baroni inglesi e questo documento è stata la prima forma di “carta costituzionale”, detta anche “carta delle libertà”. Per la prima volta un documento firmato dal re stesso, ne limitava i poteri. Questo documento, composto di 63 articoli, in particolare stabiliva che - il rapporto di vassallaggio mutava in vero e proprio contratto scritto e diventava bilaterale, in caso di controversia, il formato scritto faceva testo - il re non si doveva intromettere nell’elezione delle cariche ecclesiastiche - il re non poteva imporre tributi senza il consenso dei suoi vassalli à questa legge è leggermente cambiata e vige ancora nella maggior parte dei governi nazionali - nessuno poteva essere arrestato né gli si potevano confiscare beni, senza prima essere processato - si permetteva la libera circolazione in Inghilterra dei mercanti stranieri - si stabilivano unità di misura uguali per tutta la nazione Per quel che riguarda la Chiesa in questo periodo viene creato da un monaco, Graziano, il codice canonico, ovvero il Corpus Iuris Canonici. Sempre nella seconda età feudale, viene istituito circa nel XII secolo il tribunale della Santa Inquisizione, con lo scopo di combattere le prime sette ereticali come i Catari (venne fatta addirittura una crociata, a Mont Segueur, Francia) e l’eresia in generale. Era ritenuta eresia tutto ciò che, anche minimamente, andava a contestare il significato delle Sacre Scritture o il credo della Chiesa, tutte le diverse interpretazioni della Parola di Dio. Il tribunale della Santa inquisizione era composto prevalentemente di ecclesiastici (di solito vescovi o sacerdoti di una certa importanza per via della loro conoscenza di diritto canonico) e col tempo oltre alla funzione di distruzione dell’eresia, si affiancò anche quella che più lo rese celebre: la caccia alle streghe. Nel Medioevo si diffuse la paura di quello che oggi definiamo “satanismo” e questa fobia raggiunse il culmine nel XVI secolo per poi finire circa vero la metà del XVIII. Per cercare di dare una struttura ai processi svolti dall’Inquisizione vennero creati anche dei codici o testi di valore giuridico come Directorium Inquisitorum (1376) e il Formicarius (1435) Verso la fine del Medioevo venne anche creato un apposito “codice” di norme che andava a limitare il potere degli inquisitori, considerando l’abuso che era stato fatto negli anni precedenti, era il Malleus Maleficarum (1486), fatto però sugli altri testi scritti precedentemente. Tutti testi, i predetti, scritti in latino e ciò dimostra che ancora il volgare non era entrato nel settore giuridico o ecclesiastico.

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