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Costanza d’Aragona. Dall’Aragona alla Sicilia, Regina e Imperatrice


Indice

Biografia di Costanza

Fonti bibliografiche


Biografia di Costanza

Costanza nacque presumibilmente nel 1184, secondogenita del re Alfonso Il d'Aragona [1] e di Sancia di Castiglia[2]. Della sua infanzia non si hanno notizie e le fonti riprendono la storia nel 1199, quando quindicenne sposò il Re Emerico d’Ungheria[3] il quale cercava l'appoggio pontificio per rafforzare la propria posizione nei confronti del fratello minore, il futuro Re Andrea [4].


Quale dotario [5] Emerico assegnò alla sposa due contee e 30.000 once d'oro. Il destino non fu magnanimo con Emerico che morì qualche anno dopo nel 1204, lasciando Costanza vedova e con un figlio, nato nel 1200 e al quale fu dato il nome di Ladislao. La situazione geopolitica dell’epoca, specie per quanto riguarda l’impero, non fu favorevole nemmeno per Costanza che non riuscì a rivendicare il trono d’Ungheria per il figlio [6], incoronato re (per strategia ovviamente) lo stesso anno della morte del padre. Andrea, cognato di Costanza, approfittò della situazione e usurpato il trono costrinse la regina a fuggire col figlioletto e a trovare ospitalità presso Leopoldo d'Austria. Ancora una tragedia famigliare nella vita di Costanza: nel 1205 morì infante il figlioletto Ladislao, a soli cinque anni [7] e rimasta completamente sola, con solo l’aiuto dello zio, Costanza fece ritorno in Ungheria. La situazione geopolitica dell’epoca subì una sorta di pausa, come se il tempo si fosse fermato e proprio in quel momento era necessario studiare una nuova manovra politica per rovesciare la Germania e i partigiani tedeschi. Già in passato però, proprio i tedeschi avevano pensato a fare una mossa simile per girare la situazione a loro vantaggio: l'imperatrice Costanza [8], morta nel 1198, aveva accarezzato l'idea di un matrimonio del figlio Federico con una delle sorelle del re Pietro II d'Aragona [9] e fu proprio Innocenzo III [10], il quale assunse la tutela del giovane Federico dopo la morte della madre, a riprendere nel 1202 questo progetto.


Costanza d’Aragona era più vecchia di Federico di ben dieci anni, una cosa un po’ insolita all’epoca vista l’opposta tendenza in cui erano i mariti ad essere più vecchi delle mogli. L’età degli sposi comunque era il problema minore in un certo senso e il Papa mirava a creare un nuovo asse di opposizione alla Germania imperiale, unendo due regni mediterranei: quello Aragonese e quello siciliano che per altro lo riconoscevano come loro signore feudale. La scelta inizialmente non prevedeva Costanza come futura sposa del giovane Federico, anch’essa più vecchia di parecchio del giovane principe, ma alla fine questa venne data in moglie nel 1211 al conte Raimondo di Tolosa. Inoltre nel 1202 non erano ancora accaduti i disastrosi fatti che avevano costretto prima la fuga e poi il rientro di Costanza in Ungheria a causa delle ostilità. Fu proprio il rientro di Costanza a far cambiare la posizione delle pedine sulla scacchiera del Papa e Innocenzo III scelse la sua regina. Le trattative matrimoniali iniziate nel 1204 per Sancia mutarono a favore di Costanza ma si trascinarono fino al 1208, quando il futuro Federico II di Svevia avrebbe raggiunto la maggiore età (14 anni) [11] e probabilmente perché la situazione del Regno di Sicilia aveva assunto una certa urgenza. Nel febbraio del 1208 il vescovo di Mazara si recò a Saragozza per conto di Innocenzo III e di Federico II con l'incarico di condurre la sposa nel Regno; ma il risultato della missione fu soltanto la conclusione definitiva del contratto nuziale che fu confermato da Innocenzo III nell'agosto dello stesso anno. In base a questo contratto Costanza assunse il titolo di regina di Sicilia. Verso la metà del 1209 Costanza lasciò finalmente l'Aragona giungendo a Palermo il 15 agosoto 1209. Le nozze furono celebrate alcune settimane più tardi, perché Federico Il si trovava a Messina al momento dell'arrivo della sposa. Federico II assegnò a Cosnza il consueto dotario delle regine siciliane: alcuni feudi nell'isola di Sicilia, tra cui Taormina e Vieste. Come previsto dal contratto nuziale, Costanza era stata condotta in Sicilia dal fratello Alfonso conte di Provenza alla testa di 500 cavalieri che dovevano sostenere Federico II nella lotta contro la nobiltà del Regno. Ancora una volta la sfortuna cagionò danno alla non più giovane regina: l’esercito fu colpito da una grave epidemia e così il corposo aiuto militare si rivelò invece piuttosto modesto. Le fonti attribuiscono a Costanza, sin dai primi anni di matrimonio, una certa influenza nella politica del marito oltre ad un’attiva partecipazione nelle decisioni più importanti. Non va dimenticato che Costanza essendo più vecchia del marito aveva alle spalle anche una maggiore esperienza e gli atti la vedono partecipe negli atti di confisca di Federico II e nell’allontanamento di figure ribelli come Gualtieri di Palearia membro del Consiglio del re [12]. Federico II era figlio di Enrico VI imperatore e di Costanza d’Altavilla, ma per nascita non era automaticamente il nuovo imperatore e infatti in quell’epoca regnava Ottone IV, che proprio nel 1210 fu scomunicato da Innocenzo III [13]. La scomunica di Ottone IV diede ai sostenitori del partito guelfo il pretesto per mettere un altro al suo posto e in accordo con il papa offrirono la corona imperiale a Federico II, che partì. Costanza vedeva però questa unione, a cui il papa precedentemente si era opposto, come un’avventura incerta e rischiosa. Dopo la partenza di Federico II per la Germania ella assunse la reggenza nel Regno di Sicilia e contemporaneamente la tutela del figlio ed erede al trono Enrico, nato nel 1211, che già era stato incoronato re di Sicilia [14]. Costanza soggiornò in Sicilia fino al 1216 e le fonti attestano che la sua residenza preferita fosse Messina. Lo stesso anno partì da qui, insieme al figlio Enrico, all'arcivescovo Berardo di Palermo e dal conte tedesco Alberto di Everstein per raggiungere Federico in Germania. Costanza arrivò a Norimberga nel dicembre 1216 e da allora seguì Federico in tutti i suoi spostamenti in Germania, ma senza distinguersi più con iniziative proprie. Non sappiamo, quindi, se abbia avuto una parte nelle trattative di Federico II con Onorio III relative alle questioni romana e siciliana. Costanza accompagnò il marito nella discesa in Italia e fu incoronata imperatrice da Onorio III in S. Pietro a Roma il 22 novembre 1220 [15]. Dopo l'incoronazione l'imperatrice si recò di nuovo in Sicilia, passando per Montecassino, Sessa, Capua, Puglia e Calabria. Dopo il suo ritorno in Sicilia alla fine di maggio 1222, Federico II fu completamente assorbito dall'assedio dei Saraceni a Iato e non rivide più Costanza che nel mentre si trovava invece a Catania dove morì il 23 giugno 1222 [16].


Figura 1 – Corona di Costanza conservata presso la Cattedrale di Palermo. © José Luiz Bernardes Ribeiro. Fonte immagine: Wikipedia [17]


Costanza fu deposta in un sarcofago di marmo antico, posto accanto a quelli di porfido in cui riposavano le spoglie di Ruggero II, di Enrico VI e di sua moglie Costanza. Dopo la sua morte Federico promise al papa di sposare Jolanda di Brienne [18], erede al trono di Gerusalemme, e di partire per la crociata entro il 24 giugno del 1225.

Sfortunatamente di lei non si hanno ritratti o statue per capire come fosse fisicamente né descrizioni coeve che ci permettano di immaginarla. Di lei riposano gli oggetti sopravvissuti nei secoli e rinvenuti, il ricordo e la memoria.


Figura 2 – Sarcofago romano di Costanza presso la Cattedrale di Palermo. © José Luiz Bernardes Ribeiro. Fonte immagine: Wikipedia [19]


Fonti bibliografiche

  • Backman, C. R. (2002). The Decline and Fall of Medieval Sicily: Politics, Religion, and Economy in the Reign of Frederick III, 1296-1337. Cambridge University Press.
  • Daniele, F. (1784). I regali sepolcri del Duomo di Palermo riconosciuti e illustrati (Vol. https://archive.org/details/gri 33125011693732). (F. Marra, A cura di) Palermo.
  • Dunbabin, J. (2011). French in the Kingdom of Sicily, 1266-1305. Cambridge University Press.
  • Kreutz, B. M. (1991). Before the Normans: Southern Italy in the ninth and tenth centuries. Philadelphia: University of Pennsylvania Press.
  • Nicolle, D., & Gravett, C. (2006). The Normans. Warrior Knights and their Castles. Osprey Publishing Ltd.
  • Treccani, E. (1984). Costanza d'Aragona, imperatrice, regina d'Ungheria e di Sicilia ( Dizionario Biografico degli Italiani). (o. Kamp, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/costanza-d-aragona-imperatrice-regina-d-ungheria-e-di-sicilia (Dizionario-Biografico)/
  • Treccani, e. (1995). Federico II di Svevia ( Dizionario Biografico degli Italiani). (N. Kamp, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-ii-di-svevia-imperatore-re-di-sicilia-e-di-gerusalemme-re-dei-romani (Dizionario-Biografico)/
  • Treccani, E. (1995). Federico II di Svevia (Dizionario Biografico degli Italiani). (N. Kamp, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/tesoro-imperiale (Federiciana)/
  • Treccani, e. (2004). Isabella o Iolanda di Brienne, regina di Gerusalemme e di Sicilia, imperatrice (Dizionario Biografico degli Italiani). (F. D. Donne, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/isabella-di-brienne-regina-di-gerusalemme-e-di-sicilia-imperatrice (Dizionario-Biografico)/
  • Treccani, e. (2005). Enrico VII di Germania (Federiciana). (W. Stürner, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/re-di-sicilia-e-di-germania-enrico %28Federiciana%29/
  • Treccani, E. (2005). Federico II di Svevia, Imperatore, Re di Sicilia e di Gerusalemme, Re dei Romani (-Federiciana). (N. Kamp, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/tesoro-imperiale (Federiciana)/
  • Treccani, E. (2005). Ottone IV di Germania (Enciclopedia Federiciana). (E. Boshof, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/ottone-iv-re-di-germania-e-imperatore (Federiciana)/
  • Treccani, E. (2005). Tesoro Imperiale (Enciclopedia Federiciana). (H. Fillitz, A cura di) Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/tesoro-imperiale (Federiciana)/
  • Treccani, E. (2010). Federico II di Svevia (Dizionario di storia). Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-ii-di-svevia %28Dizionario-di-Storia%29/

Internet


Note

[1] Alfonso, battezzato Raimondo Berengario, detto il Casto o il Trovatore, fu conte di Barcellona (che includeva quasi tutte le contee della Catalogna) dal 1162, poi, dal 1174, re di Aragona, fu anche conte Alfonso I di Provenza dal 1167 al 1173 e dal 1185 al 1195 e conte Alfonso I di Rossiglione dal 1172 al 1196.

[2] È stata Infanta di Castiglia e poi regina consorte d'Aragona e contessa consorte di Barcellona dal 1174 al 1195.

[3] Fu re d'Ungheria dal 1196 alla morte. Egli venne incoronato mentre il padre era ancora in vita, ma alla sua morte dovette battersi con il fratello Andrea che forzò Emerico a concedergli il dominio su Croazia e Dalmazia. Emerico intervenne anche nelle lotte interne dei paesi vicini ed assistette il legato papale nella propria missione presso i Bogomili della Bosnia, considerati una setta eretica. Durante il regno di Emerico il Doge Enrico Dandolo persuase coloro che parteciparono alla Quarta crociata a prendere Zara dagli ungheresi.

[4] Questo matrimonio sembra essere stato intermediato e voluto dallo stesso pontefice, Innocenzo III. Emerico era inoltre tra i pretendenti al trono imperiale e l’appoggio del papa non poteva che fargli comodo.

[5] Fa riferimento alla controparte, in questo caso, Emerico che da alla sposa una “controdote”, ossia un’ulteriore dote.

[6] Emerico, re dell’Ungheria, nella lotta al trono imperiale aveva appoggiato il futuro imperatore Ottone IV, a sua volta appoggiato dallo stesso Papa Innocenzo III. Il gioco di alleanze, suggellate molto spesso attraverso complicate e calcolate politiche matrimoniali, aveva creato un asse di opposizione al partito ghibellino, che univa l’Ungheria al Mezzogiorno d’Italia e che coinvolgeva anche la Chiesa.

[7] Non deve affatto sorprendere l’altissimo tasso di mortalità infantile in epoca medievale e colpiva tanto il popolo che viveva nella maggior parte dei casi in precarissime condizioni igieniche, quanto le case regnanti dove almeno in teoria un minimo di igiene in più ce lo si poteva permettere.

[8] Costanza I di Sicilia, nota come Costanza d'Altavilla (Palermo, 2 novembre 1154 – Palermo, 27 novembre 1198), ultima della sua stirpe, è stata regina di Sicilia, imperatrice (come moglie di Enrico VI di Svevia) e madre di Federico II di Svevia. Costanza era figlia postuma di Ruggero II re di Sicilia e della sua terza moglie Beatrice di Rethel.

[9] Pietro II di Aragona, detto il Cattolico, Pero in aragonese, Pere in catalano (1174 – Muret, 14 settembre 1213), fu re Aragona e conte di Barcellona, Girona, Osona, Besalú, Cerdanya e di Rossiglione, dal 1196 al 1213.

[10] Innocenzo III, nato Lotario dei conti di Segni (Gavignano, 22 febbraio 1161 – Perugia, 16 luglio 1216), è stato il 176º papa della Chiesa cattolica dal 1198 alla morte. Il papato era in balia delle potenti famiglie romane che con il Senato avevano limitato notevolmente l'autorità pontificia. Innocenzo III dimostrò subito che le cose erano cambiate. L'unico senatore in carica fu rimosso e sostituito da un uomo di sua fiducia. Tale azione, che in passato avrebbe causato la rivolta della popolazione romana, in tale circostanza non incontrò nessun ostacolo. Successivamente sostituì i giudici, che erano quasi tutti esponenti dell'aristocrazia romana, sostituendoli con uomini dell'amministrazione ecclesiastica. Emerse subito la concezione fortemente teocratica del pontefice, ancor prima della sua effettiva incoronazione avvenuta il 22 febbraio. Sul versante dell'Impero si trovò avvantaggiato dal fatto che in quel momento il trono imperiale era vacante dalla morte di Enrico VI di Svevia (1197) e nessun successore era ancora stato eletto. Il Papa approfittò della debolezza di Federico II di Svevia, che all'epoca aveva quattro anni, per ripristinare i diritti feudali della Chiesa sul Regno di Sicilia, chiedendo e ottenendo dall'imperatrice Costanza, vedova di Enrico VI e madre del piccolo Federico II, la restituzione dei privilegi dei Quattro Capitoli, che Guglielmo I di Sicilia aveva precedentemente ottenuto da papa Adriano IV. Solo allora Innocenzo investì Federico II del titolo di re di Sicilia, nel novembre del 1198.

[11] Federico all’epoca aveva solo 14 anni, per la nostra epoca sarebbe ancora un adolescente imberbe, ma in realtà in epoca medievale si trattava di un’età ideale per far convolare a nozze i rampolli delle case nobiliari e regali.

[12] Fu riabilitato nel 1213 per intervento del papa.

[13] È bene fare qui una precisazione: Ottone IV era nipote dell’Imperatore Enrico VI, figlio a sua volte del Barbarossa. Alla morte di Enrico VI, salì al trono il figlio Enrico VII eletto imperatore e di partito ghibellino mentre gli oppositori della dinastia Staufen elessero imperatore il cugino Ottone, invece di partito Guelfo. Enrico era appoggiato dal Re di Francia Filippo Augusto mentre Ottone da Riccardo d’Inghilterra e poi dal fratello Giovanni. La partecipazione di Enrico VII alla crociata cambiò le sorti dell’Impero e la scelta cadde su Ottone, eletto imperatore e incoronato ad Aquisgrana dall’Arcivescovo di Colonia, che era il solo a poter fare un’incoronazione legittima. Ottone non era un cugino qualunque di Enrico VII, era il figlio di Enrico il Leone, cugino a sua volta di Enrico Barbarossa a cui negò l’aiuto nella per la campagna in Italia, favorendo di fatto la disfatta tedesca nella battaglia di Legnano e per questo fu doppiamente condannato al bando nel 1180 perdendo la Sassonia e spogliato ulteriormente di beni e terreni dallo stesso Barbarossa. Il suo tradimento gli costò caro e il figlio che certo non ereditava tutti gli originari feudi paterni sottratti dalla corona, non poteva che essere di partito opposto all’impero e dunque essere guelfo, per questo ottenne il favore del Papa Innocenzo III. La scelta del Papa non fu dettata semplicemente dalla presa del suo partito da parte del giovane rampollo imperiale, piuttosto la sua vera intenzione era impedire l’unificazione del Regno di Sicilia con il Sacro Romano Impero. Ottone giurò dunque fedeltà alla Chiesa in segno di sottomissione e non solo di alleanza, ma col tempo nacquero dei disaccordi, insuperabili per la corona e si giunse dunque alla ribellione al Papato, al tradimento di tutti i giuramenti fatti e Ottone IV venne scomunicato. La situazione di Ottone peggiorò quando anche il cugino di ritorno dalle crociate si fece incoronare alla stessa maniera imperatore e i due vennero alle armi provocando una guerra civile, terminata solo con l’assassinio di Enrico. Come se non bastasse Ottone IV era arrivato a chiedere atto di sottomissione proprio allo stesso Federico II di Svevia, fratello di Enrico VII, atto che né Federico né il papa poterono tollerare.

[14] Anche questa è da intendersi come manovra politica per impedire ad altri di mettere le mani sul Regno di Sicilia.

[15] Nel 1216 morì Papa Innocenzo III. Nato Lotario dei Conti di Segni (Gavignano o Anagni, 22 febbraio 1161 – Perugia, 16 luglio 1216), fu il 176º papa della Chiesa cattolica dal 1198 alla morte. Fu anche autore del De contemptu mundi, tradotto anche come Il disprezzo del mondo, una sorta di risposta per rimproverare e condannare i libertini contenuti dei testi cortesi. Fu tutore di Federico II di Svevia, ruolo nel quale gli succedette Onorio III che fu anche il suo successore.

[16] Costanza non aveva quarant’anni quando morì e anche se non si hanno notizie sulle cause della morte è lecito presumere che potesse aver contratto una malattia grave, forse di natura infettiva, durante il viaggio.

[17] https://it.wikipedia.org/wiki/Costanza d'Aragona

[18] Jolanda o Isabella di Brienne, anche detta Jolanda o Isabella II di Gerusalemme (Tiro o Gerusalemme, 1212 – Andria, 5 maggio 1228), figlia di Giovanni di Brienne, e di Maria di Monferrato, fu regina di Gerusalemme e seconda moglie dell'imperatore Federico II. Il 4 settembre 1210 fu celebrato il matrimonio tra Giovanni di Brienne e Maria di Monferrato i quali vennero poi incoronati re e regina di Gerusalemme, il 3 ottobre 1210, nella cattedrale di Tiro. Nel 1212, Maria del Monferrato diede alla luce una figlia, Isabella (o Yolanda), ma morì poco dopo, probabilmente da febbre puerperale. Giovanni conservò la corona, ma solo come reggente per conto di sua figlia che visse la sua infanzia e giovinezza a Gerusalemme: per lei si preparava un matrimonio che garantisse la sicurezza del Regno. L'unione con Federico II fu soprattutto un accordo diplomatico, fortemente voluto dal papa Onorio III: infatti nel marzo 1223 l'imperatore, che nel 1222 era rimasto vedovo della prima moglie Costanza, incontrò a Ferentino il papa con il quale sottoscrisse un trattato: Jolanda gli avrebbe portato in dote il titolo di regina di Gerusalemme, un titolo meramente onorifico ma molto prestigioso per Federico, che il papa intendeva in tal modo vincolare all'impegno della Crociata. Nell'agosto 1225 Federico inviò a Gerusalemme venti galee per accompagnare in Italia la tredicenne Jolanda col padre

Federico, quindi, contraendo il matrimonio con Jolanda, divenne subito reggente di Gerusalemme; alla morte di costei, conservò la reggenza per la minorità del figlio Corrado (1228); poi si autoproclamò re (1229) contro la volontà del papa. Jolanda morì appena sedicenne, dieci giorni dopo aver dato alla luce Corrado.

[19] https://it.wikipedia.org/wiki/Costanza d'aragona, sarcofago

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