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Contadini e uomini liberi nel Medioevo
Quaestio:
ciao siamo ragazzi di 11 anni il nostro prof ci ha dato questa domanda che noi non riusciamo a trovare una risposta da nessuna parte
Quali erano i diritti e gli obblighi dei contadini liberi?
un grazie anticipatodalla I A di Forenza
Risposta:
Ciao, spero di rispondere in tempo alla vostra domanda che ho appena letto. Innanzitutto nel Medioevo non esistevano contadini liberi ma gli uomini liberi. I contadini nel Medioevo avevano nella maggior parte un rapporto di sottomissione verso quello che era il padrone di un terreno o un signore nobile che offriva loro una sorta di protezione e lavoro, in cambio di un contributo - nella maggior parte dei casi - in natura che di solito era una parte del raccolto. Era il sistema dei latifondi, iniziato in tarda età romana e continuato per tutto l'Alto Medioevo. I contadini non erano quindi uomini liberi. Consideriamo il fatto che di tutto il raccolto una parte era tenuta dal contadino, una data al signore e l'altra venduta. Del ricavato una parte era tenuta e l'altra data al signore o in tasse o direttamente, a volte non si poteva teere nemmeno nulla o dal gran che erano alte le tasse non restava nulla. Ne deduciamo quindi che i contadini lavoravano gratuitamente o quasi per ricevere in cambio quasi nulla. Questo rende anche un'idea non solo della condizione del contadino, ma anche del sistema economico che era chiuso. Era anche chiamato il sistema della Corvee (dal francese) che derivava poi dai latifondi.
Essendo i contadini i diretti rappresentanti della società rurale ed essendo quest'ultima alla base della vita, dell'economia, della società, dell'alimentazione è facilmente deducibile che non fossero persone libere perchè servivano in tutti i sensi, sia nel senso teorico che pratico.
L'uomo libero nel Medioevo era un uomo raro nel vero senso della parola e che NON AVEVA DIPENDENZE ALCUNE con NESSUNO, aveva diversi diritti come il diritto di portare armi, che invece il contadino non aveva. Ad essere sinceri, e con un po' di dispiacere dal punto di vista morale, i contadini in quanto plebei, non avevano quasi diritti ma solo doveri e diritti e doveri non erano leggi generali, ma erano di solito disciplinati dalle cosiddette leggi consuetudinarie (cioè leggi tramandate oralmente, per usanza) che a loro volta non solo cambiavano nel tempo, ma a seconda di chi deteneva il potere e a seconda della zona. Considerate anche che una volta le leggi, specie nel Medioevo, erano influenzate da tantissimi fattori! La protezione che veniva offerta a queste persone che erano i contadini non sempre era una protezione nel vero senso della parola poiché talvolta questi impliciti e non scritti accordi "ti proteggo e ti do lavoro e tu in cambio mi dai una parte del tuo raccolto (del mio terreno) + tasse + una parte del ricavato" contenevano delle altrettante implicite clausole o postille vessatorie poichè quel "tu mi dai" conteneva tante altre cose e da qui è intuibile che non fossero rari i casi di sfruttamento e abuso del contadino e della famiglia. Nel momento in cui non c'erano leggi a tutela della dignità umana, capite anche voi che ogni cosa era valida per chi deteneva il potere su chi era sottomesso. Per dare un'idea riporto alcune leggi dell'Editto di Rotari (VII sec d.C.) che parlano sia di uomini liberi sia di coloni o contadini
11. Se uomini liberi avranno congiurato, senza la consapevolezza del re, per la morte di un altro [uomo libero] e se in seguito alla congiura la vittima non sarà morta, ciascuno dei congiurati paghi a titolo di composizione 20 soldi. Ma se in seguito alla congiura la vittima sarà morta, allora chi l'avrà uccisa faccia composizione in relazione a quanto sarà stato valutato il morto, cioè secondo il suo guidrigildo. [...]
13. Se qualcuno avrà ucciso il suo padrone, sia ucciso egli stesso. Se qualcuno avrà voluto prendere le difese dell'omicida che abbia ucciso il proprio padrone, sia costretto a versare 90 soldi, metà al re e metà ai parenti del morto; e colui che, se ne sarà stato richiesto, avrà rifiutato il suo aiuto per vendicare quell'omicidio, faccia composizione di 50 soldi, metà al re e metà a colui cui avrà negato l'aiuto. [...]
42. Se qualcuno avrà imprigionato un uomo libero senza un valido motivo e senza l'ordine del re, paghi a titolo di composizione alla vittima metà della somma che avrebbe dovuto versare se l'avesse uccisa. [...]
Esistono anche delle altre leggi longobarde che riguardano i rapporti tra contadini o servitù e quindi plebei e padroni o uomini liberi, specie per quel che riguarda matrimoni e reati. Per esempio un uomo libero non poteva prendere in moglie la propria serva o una contadina e nemmeno quella alle dipendenze di un altro.
Ne deduciamo che a causa della mancanza di leggi a tutela della dignità umana, con la legge 13, i longobardi non guardavano se un servo aveva ucciso per legittima difesa dal padrone e quindi non c'era una vera giustizia e da qui concludiamo che non c'era nemmeno il diritto di difendersi. In risposta anche alla vostra domanda, i contadini quasi non avevano diritti ma solo doveri e obblighi i principali:
- obbedire e non ribellarsi
- pagare con contributo in natura
- pagare con denaro
- subire*
l'asterisco è in riferimento al fatto che subire si era obbligati dal momento che si era nel ruolo del più debole verso il più forte.
Ancora, i contadini erano tenuti a pagare anche alla Chiesa qualora si trovassero a lavorare su di un terreno appartenente ad un vescovo e ci tengo a sottolineare che la Chiesa medievale NON era la chiesa odierna! Esisteva infatti la tassa detta Decima che corrispondeva ad un decimo del raccolto fatto.
La situazione nel Medioevo dei contadini era peggiore quando ci si trovava in periodi di raccolto scarso o assente a causa di incursioni o carestie o disastri naturali perché erano quelle situazioni disperate in cui non c'era legge che tenesse e si finiva umanamente per dare libertà agli istinti peggiori e quindi per sopravvivere si finiva per rubare, tenere nascosto, anche uccidere i propri padroni che a volte anche nelle situazioni più disperate, tiranneggiavano sui contadini istigandoli alla ribellione o se vogliamo usare un termine più corretto che rende giustizia ai contadini, costringendoli a ribellarsi. Si veniva a creare di conseguenza un circolo vizioso che andava via via di male in peggio.
La situazione drammatica dei contadini ebbe fine in Francia solo con la Rivoluzione che sconfisse l'ancient regime che sarebbe praticamente il regime feudale che ancora nel XVIII vigeva in Francia e che era peggiorato con l'assolutismo. Nel resto dell'Europa questo tipo di rivoluzioni pose fine alla condizione drastica dei contadini che era in vigore dal medioevo fin nei secoli successivi!
Poteva però esistere anche la situazione di uomini liberi che lavorassero per conto proprio come contadini e vendessero poi i prodotti del proprio lavoro. In quel caso però, praticamente inesistente, era un rischio enorme dal momento che bisognava possedere un terreno, lavorarlo e inserirsi nel mercato e crearsi un giro d'affari. Il rischio più grosso, specie sotto il profilo economico, era rappresentato dalla possibilità di carestie o incursioni o peggio ancora cataclismi naturali. Non conveniva e non era il solo mestiere, per uomini liberi, che comportasse rischi. Nel momento in cui un uomo libero aveva un terreno era più facile che si creasse quella situazione di cui sopra ho parlato in quanto era comodo, ma non meno rischioso, dare ad altri il lavoro da fare nei campi!
Bibliografie:
Editto di Rotari
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